Oggi il gruppo biennio durante il suo incontro pomeridiano ha parlato della figura di San Domenico Savio, in occasione del giorno a lui dedicato, il 6 Maggio. Prendendo in considerazione alcuni episodi della sua vita, i ragazzi, divisi in quattro gruppi, hanno ripercorso ed affrontato i valori principali che Domenico stesso ha adottato nella sua vita. Ogni gruppo ha letto ed analizzato un brano, al quale seguiva un commento e delle domande per la riflessione.
Il primo gruppo ha trattato l’importanza che l’accoglienza verso il prossimo svolge nel ruolo di animatore salesiano, proprio come Domenico ha fatto nei confronti di Camillo Cavio, un ragazzino che frequentava l’oratorio di Don Bosco. Con grande animo e perseveranza, è riuscito ad integrarlo nell’ambiente salesiano, ed è proprio questo che ogni buon animatore deve essere in grado di fare: prodigarsi affinché tutti si sentano, dentro l’oratorio, accettati e ben voluti da tutti.
Il secondo gruppo ha trattato quello che fu il massimo obiettivo della vita di Domenico, ovvero la ricerca della santità. Tale obiettivo nasce con il primo incontro tra il giovane e San Giovanni Bosco, il quale gli diede una pagina da studiare e ripetere per il giorno dopo. Dopo solo pochi minuti, Domenico era pronto e preparato riguardo il testo assegnatogli da Don Bosco. La sua grande volontà nello studio,oltre che il so altruismo e la sua diligenza, colpirono tanto Don Bosco che egli poté subito affermare “hai la stoffa per diventare santo”; Domenico, prontamente: “se io sono la stoffa, lei sia il sarto” allora Don Bosco concluse: “vuol dire che faremo un bell’abito per il Signore!”. Prendendo esempio da Domenico, ognuno di noi deve mettere a disposizione il proprio piccolo pezzo di stoffa tramite le buone azioni verso il prossimo.
Il terzo gruppo ha parlato della disponibilità nei confronti del prossimo, in relazione al famoso episodio della stufa, accaduto nella scuola di Mondonio e che vide coinvolti Domenico Savio e alcuni suoi compagni di scuola. Questi, dopo aver rotto una stufa della classe mettendovi dentro della neve, incolparono ingiustamente Domenico, che tuttavia, si addossò la colpa con il conseguente riprovero del maetro Don Cagliero. Il giorno dopo l’insegnante scoprì la verità chiedendo a Domenico come mai avesse compiuto quel gesto così altruista. Il giovane rispose che non voleva che i due ragazzi, essendo molto movimentati, venissero sospesi; voleva imitare l’esempio di Gesù che si è sacrificato ingiustamente per tutti noi. Questo non deve significare che dobbiamo farci accusare di colpe non nostre, ma dobbiamo aprirci e renderci disponibili agli altri in qualsiasi situazione, costi quel che costi.
Il quarto e ultimo gruppo ha affrontato la fede nell’Immacolata Concezione che Domenico provava dentro di sé. Episodio rilevante di questa sua fede è rappresentato dalla scelta di fondare una società tra ragazzi denominata Compagnia dell’Immacolata, nella quale si sarebbero riuniti tutti i ragazzi che come lui sentivano di provare questa grande devozione a Maria.
È stata un’esperienza molto arricchente che ci ha avvicinato alla figura di questo santo, che tutti noi dovremmo prendere come esempio.